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FederFarma.Co riunisce cooperative e società di farmacisti della distribuzione intermedia del farmaco, impegnate a salvaguardare l’indipendenza delle farmacie individuali, offrendo loro servizi professionali capaci di aumentarne la competitività, anche a fronte di un lento, ma costante sviluppo delle catene di farmacie del capitale. Attualmente copre più del 30% della distribuzione intermedia italiana, grazie alla presenza di 10.000 farmacie affiliate, che ogni anno movimentano 110 milioni di confezioni e distribuiscono 350 prodotti a marchio Profar®. Recentemente, con l’obiettivo di consolidare la partnership con l’industria farmaceutica, ha lanciato il progetto di una centrale d’acquisto unica, con deleghe crescenti da parte dei propri soci. Per saperne di più, ne parliamo con il dottor Maurizio Stroppa, direttore generale di FederFarma.Co.

 

L’idea è bella: consolidare il rapporto tra produttori e distributori grazie a una centrale d’acquisto unica. Ma in pratica che cosa significa? Quali gli obiettivi che vi proponete e come pensate di raggiungerli?

In realtà non si tratta di una idea nuova, ma della decisa volontà dei soci che operano attivamente in FederFarma.Co di renderla pratica, mettendo sul tavolo, insieme, le proprie strutture organizzative, i network, le competenze e anche le differenze, ove esistenti: tutto questo in una soluzione che ha come base comune una partnership di primo livello con l’industria farmaceutica, partendo dai principali player del farmaco generico, ma non limitandosi a questi nello sviluppo del progetto. Negli ultimi 12-18 mesi nella compagine societaria si sono create le condizioni ideali per declinare l’idea originale della Centrale, grazie a una governance attenta, che ha formulato un chiaro piano strategico pluriennale, pienamente condiviso. L’obiettivo è mettere a disposizione la quota di mercato complessiva dei soci per il rafforzamento di queste partnership e sviluppare così al meglio il sell-out dei prodotti veicolati dai soci attraverso la centrale.

Questo impegno garantisce molteplici vantaggi: significa innanzitutto efficacia ed efficienza della rete distributiva, un’offerta di servizio ai massimi livelli, uno stock equilibrato al meglio sulla filiera, una condivisione di costi operativi laddove possibile e anche la capacità di condividere progetti evolutivi con i propri partner (iniziative commerciali, integrazioni logistiche, condivisione di strumenti avanzati di business intelligence, soltanto per citarne alcuni).

 

FederFarma.Co riunisce più distributori farmaceutici di proprietà di farmacisti. Al momento, però, soltanto quattro hanno aderito al progetto. Bastano? E come pensate di convincere anche gli altri?

FederFarma.Co si è evoluta negli anni e a oggi la compagine societaria è di 16 società operative. Nell’ultimo triennio Cef, Unifarm con Ufl, Farmacentro e Farla -che insieme rappresentano oltre il 60% dell’azionariato- hanno progressivamente incrementato la propria attività in Centrale e negli ultimi 12 mesi proprio questi 4 Gruppi hanno rafforzato ulteriormente, insieme al management di FederFarma.Co, la progettualità comune. Nuovi listini, infatti, sono stati inseriti negli accordi centralizzati, altri esistenti sono stati ulteriormente sviluppati e, soprattutto, si è chiarita la volontà di un tavolo unico. A questo tavolo potranno partecipare gli altri soci grazie al “traino” creato da quelli più attivi, prima indicati. Il superamento di logiche locali richiede lungimiranza e capacità di passare dal tattico allo strategico, e questo non è scontato. C’è grande fermento nel resto della compagine societaria, rispetto a questa iniziativa che sicuramente “rompe gli schemi” creando un’ottica di medio-lungo periodo in grado di garantire il miglior livello di competitività sul mercato. Non occorre, dunque, convincere nessuno, ma ci aspettiamo che la progressione di questa soluzione porti naturalmente a un ulteriore consolidamento da parte del resto della compagine societaria.

 

Come è stata accolta questa iniziativa da parte dell’industria produttrice? Avete già significative adesioni?

Nel mese di dicembre abbiamo costruito con 6 importanti partner commerciali un’ottima base condivisa e riteniamo che il messaggio che stiamo portando avanti sia stato ben compreso. Abbiamo, infatti, riscontrato apertura e capacità di leggere strategicamente le nostre idee e la stessa industria farmaceutica sta evolvendo concetti che fino a qualche tempo fa sembravano essersi fermati nel tempo. Oggi si parla con loro di Kpi condivisi, di iniziative commerciali generali e specifiche, di progetti di integrazione. La strada, quindi, è aperta e chi saprà sfruttarla al meglio avrà un vero vantaggio competitivo. E di questo siamo sicuri.

 

E quali i vantaggi che ne trarrà la filiera e, soprattutto, i farmacisti?

Tutta la filiera -e i farmacisti in primis non potrà che essere rafforzata da partnership forti e di lungo periodo: nella disponibilità dei prodotti, così come nell’efficacia della distribuzione. Il mercato è in continuo cambiamento e l’adattamento a queste variazioni deve essere veloce e, ove possibile, anticipato. Tutto questo è possibile se esiste integrazione, se i dati vengono utilizzati nella maniera corretta per programmare le attività, se i flussi operativi sono sufficientemente tesi. La farmacia, infatti, ha bisogno di una filiera con il massimo grado di efficienza, anche oltre il contesto pandemico attuale: nella nostra idea il consolidamento delle attività va in questa direzione.

 

Parliamo anche dei vostri prodotti a marchio. Come va la divisione Profar®, che so avere avuto un vero e proprio exploit?

Profar® (PROfessione FARmacia) ha avuto un anno straordinario, raddoppiando il proprio fatturato in un contesto tutt’altro che semplice. Nel corso del 2021 FederFarma.Co ha avuto il coraggio di “osare” con il marchio proprio, mettendo sul mercato prodotti che per diverse settimane sono stati richiestissimi, nonostante alcuni elementi di scetticismo iniziale. I nostri soci, in particolare, sono stati perfetti veicoli distributivi dei primi autotest sierologici in autodiagnosi (destinati, quindi, al “profano”) esistenti sul mercato, avallati dalle stesse istituzioni. C’è stata da parte nostra la capacità di innovare e questo straordinario successo è alla base delle altre riflessioni sull’assortimento che stiamo facendo in seno ai nostri prodotti a marchio. Ma c’è di più: abbiamo rafforzato il team interno che lavora sul prodotto a marchio centrale e siamo in grado di supportare al meglio anche eventuali sviluppi di prodotti a marchio locali dei nostri soci, naturalmente in una ottica di complementarità funzionale a coprire al meglio bisogni e territori, utilizzando le specificità delle reti dei soci di cui si diceva poc’anzi.

 

In conclusione, che cosa avete in programma per il 2022?

Abbiamo di fronte un anno ancora non semplice, dove la pandemia non mancherà, purtroppo, di avere effetti importanti sia sulla società, sia sulle dinamiche del nostro mercato. Sarà importante soprattutto essere reattivi, rispetto a un’evoluzione che è destinata a riportarci a una situazione meno emergenziale, e FederFarma.Co vuole porsi in questo impegno come un player affidabile e pronto a guidare i cambiamenti, insieme ai propri partner. Stiamo gettando le basi nelle nostre divisioni: Commerciale, Prodotto a Marchio (Profar® e Trade Marketing per le Reti).

 

L’esperienza maturata durante la pandemia quali frutti darà? Che cosa i farmacisti potranno attendersi da FederFarma.Co?

Consideriamo un po’ che cosa è avvenuto in quest’ultimo periodo. Nel 2020 FederFarma.Co, insieme a Federfarma Servizi, alle istituzioni, ai propri soci e ai propri partner è stata capace di porsi come attore centrale, riconosciuto e capace, nella gestione dell’emergenza pandemica. Nel 2021 abbiamo ripensato la nostra organizzazione e voluto fortemente e pragmaticamente rafforzare l’organizzazione comune, attraverso l’iniziativa descritta, parte di un piano strategico di lungo periodo. A questo si è aggiunta l’innovazione con prodotti a marchio di grande successo e utilità. Tutto questo è stato possibile grazie alla volontà sia di andare oltre, a tutti i livelli, sia di operare assieme, sospinti dal prezioso spirito di team delle straordinarie persone con cui ho il piacere di lavorare. Ora, nel 2022 vogliamo rafforzare le partnership esistenti e sviluppare ulteriormente la capacità di fare sistema insieme, superando anche storiche dinamiche locali che hanno rappresentato in passato un limite, discusso e per parte nostra superato. “Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato”, diceva Nietzsche, e noi siamo pronti a fare la nostra parte.

 

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